DOMENICO D’OORA
e SANDI RENKO

Bluart Gallery è lieta di presentare una mostra di e-commerce online che promuove e rende omaggio a questo due importanti pittori.

L’incontro fra i due artisti è certamente dovuto a una loro prossimità in una tipologia di esperienza percettiva che continua ad affrontare i temi della plasticità e tridimensionalità delle superfici. Ma anche dell’entusiasmo e della curiosità che li porta ancor oggi a stupirsi di fronte ai misteri della luce e alla ricerca sulla cromaticità.

DOMENICO D’OORA e SANDI RENKO
MOSTRA ONLINE

In concomitanza con la retrospettiva della mostra
INCONTRARSI NELLA LUCE E NEL COLORE
12 NOVEMBRE – 15 DICEMBRE 2022

CASTELLO DEL MONFERRATO, CASALE MONFERRATO (AL)

Più si studia il colore tentando di definirlo più esso sfugge”
Domenico D’Oora

Nei monocromi di D’Oora il colore, i materiali, il pensiero, il progetto e l’ emozione dell’artista, si fondono in un unicum di sapore quasi rinascimentale, che sembra voler ricordarci la posizione centrale dell’individuo di fronte alla spazialità dell’universo.

Il colore – che in D’Oora è sempre monocromo – è come il tempo: non è un semplice composto chimico e/o un fenomeno fisico bensì è una “esperienza” percettiva che certamente dipende dalle condizioni “ambientali” e “storiche” ma soprattutto dalla soggettività di colui che osserva e percepisce il colore.

Nello spazio, oltre al colore, la stratificazione del supporto dell’opera di D’Oora si arricchisce con la “matericità” (cosa differente dai materiali) viene costruita con passaggi ripetuti e successivi di colore, che viene usato ad aggiungere e a togliere (come avviene nella scultura), così la superficie non è “piatta”, “liscia”, ma si presenta con rilievi. Queste non solo comportano una spazialità tanto di geometria piana quanto di quella solida (tridimensionale), ma creano un ritmo di “sacralità” della superficie bidimensionale e assolutista in se stessa.

SANDI RENKO

Sandi Renko, quando parla del suo rapporto tra creazione e realtà, vuole operare nel campo dell’astrazione e non della figurazione, proprio perché solo la prima esprime una creatività totale, ex nihilo (dal nulla), mentre la figurazione rappresenta ciò che già c’è.

Le opere di Sandi Renko, a prima vista, possono apparire un abile esercizio di tipo geometrico o,
addirittura, una sorta di “gioco” visivo, infatti le immagini dei suoi lavori, se si guardano frontalmente, dal lato destro e da quello sinistro, appaiono “diverse” e quasi “in movimento”, se poi
osserviamo la composizione, le cromie, i materiali aumenta il piacere visivo.

Sandi Renko coinvolge l’osservatore nella creazione delle proprie opere. Elementi chiave dei suoi lavori sono da una parte la tridimensionalità del supporto e dall’altro lo sguardo in movimento. Entrambi elementi che rendono le opere non pienamente leggibili da una riproduzione fotografica bidimensionale.

TUTTE LE OPERE

DOMENICO D’OORA

Nato a Londra nel 1953, vive sul Lago Maggiore. Laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera con G. Ballo. Qui frequenta le lezioni di Psicologia della forma e Cromatologia, tenute da C. Musatti e L. Veronesi, e Filosofia da F. Leonetti. Risale anni ’80 la sua ricerca sull’uso del colore e dei materiali in chiave percettiva.

Dagli anni 2000 inizia una riduzione/concentrazione minimale con superfici monocrome e supporti svasati, realizza un effetto di pittura-scultura aggettante dove le opere sono connotate dall’offrirsi del colore/spazio in una multidimensio- nale fisicità, dove assoluto e divenire fenomenico sono inscindibili e ove il modulato susseguirsi di scansioni materico-li- neari, il coesistere di luce e ombra, suggeriscono lo scorrere del tempo e al contempo instaurano la sua sospensione; nello spazio relativo della multidimensionale fisicità dell’opera nasce quindi l’intuizione di un tempo mentale, luogo di sintesi tra il fluire del tempo e l’estendersi dello spazio.

Con gallerie in Italia, Germania e Svizzera realizza oltre 50 mostre personali. Con la Galleria Spriano di Omegna nel 1992 parteciperà ad Artefiera Bologna con opere di Calderara, Radice, Rho. Presso la Lazertis Galerie di Zurigo nel 2008 tiene la personale “Absolute Farbe”, partecipa a collettive, tra cui “Bonfanti, Castellani, Dorazio, D’Oora, Di Robilant, werke auf papier” e “Italienische Kunst von 1965: Capogrossi, Dorazio, D’Oora, Matino”, nel 2012 vi tiene una seconda personale. Sempre in Svizzera ha esposto presso la Galerie L. Yametti di Bachenbulach nel 1991, al Deutsches Kultur- zentrum, e a DeltaZeroArt di Lugano. Espone in Germania con la storica Galerie Appel di Francoforte dove, nel 2009, la personale “Absolute Farbe” è presentata in catalogo da Martin Engler, curatore della sezione Arte Contemporanea dello Städel- Museum di Francoforte, galleria ove terrà ancora personali nel 2014 e, nel 2017, “Farbe Konkret Denken” in contemporanea con la Galleria Santo Ficara di Firenze dove terrà una seconda personale nel 2022. Con la Galerie Appel dal 2012 partecipa assiduamente ad ArtKarlsruhe, e che, nel 2012, lo espone ad ArteFiera di Bologna con uno stand per- sonale e opere di Max Cole, K. Gonschior, M. Hafif, J.Zeniuk.

Nel 2011 espone in collettive al Museum fur Angewandte Kust di Francoforte e nel 2015 al IHK Frankfurt, e al Kunstverein di Bad Nauheim. Sem- pre a Francoforte è stato presente dal 2005 in varie mostre collettive alla Frankfurter Westend Galerie tra cui Abstrake Landschaften.

Intenso il rapporto con la storica Galleria Il Milione di Milano dove ha tenuto quattro mostre personali (2006, 2008, 2014, 2019).
Gérard-Georges Lemaire in un’intervista rilasciata a Claudio Magris ne il Corriere della Sera (2012) lo accosta a Frank Stella, Ad Reinhardt quali protago- nisti de “il nero assoluto”.

Ha collaborato con scritti in catalogo alle presen- tazioni di mostre tra cui: A. Burri, Dadamaino, G. De Dominicis, Arte Dogon e Bamana, P. Dorazio, P. Gioli, H. Hartung, V. Matino, A. Perilli, G. Scelsi, I. Valenti, E. Vedova, Munari, Scialoja, Veronesi, Jonh Cage e Fluxus, C. Massini, R. Floreani.

Dalla sua fondazione nel 1998 è conduttore del La- boratorio di Arteterapia della U.O. Psichiatria Ver- bano 1. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni in Italia e all’estero.

SANDI RENKO

Di origini italo-slovene, Sandi Renko nasce a Trieste nel 1949. Si diploma all’Istituto d’Arte Umberto Nordio, tra i suoi maestri Miela Reina, Enzo Cogno, Ugo Carà, Marcello Siard. Tramite loro inizia a frequentare il Centro Arte Viva che in quegli anni porta a Trieste le opere di Enzo Mari, Getulio Alviani, Bruno Munari e altri. Viene così attratto dall’area esperienziale dell’arte cinetica e program- mata. È del 1969 la sua prima opera in canneté, supporto che determinerà lo sviluppo di un proprio linguaggio artistico focalizzato su geometria e tridimensionalità e sull’interazione tra osservatore e opera.

All’inizio degli anni Settanta si trasferisce a Padova e apre uno studio di design, comunicazione visiva e art direction. Lavora per aziende leader progettando mobili, sistemi d’arredo e illuminazio- ne. Stimolato dal contesto artistico e intellettuale padovano che ancora echeggia delle esperienze del Gruppo N, inizia a partecipare a collettive, happening ed eventi estemporanei, consolidando la sua affinità con l’arte concreta. Applica il rigore progettuale del designer anche all’arte visiva e intraprende un percorso sempre lineare e coerente declinato su una tecnica personale.

Dal Duemila, incoraggiato anche da Alberto Biasi, intensifica l’attività artistica sperimentando nuovi colori e materiali. Si cimenta in progetti sinestetici realizzando opere multisensoriali sonoriz- zate dai compositori Filippo Perocco, Paola Samoggia e Nicola Sanguin. Espone con continuità in mostre personali e collettive in Italia, Slovenia, Austria, Croazia, Germania, Francia, Svizzera e a New York. Sue opere sono presenti nelle principali fiere italiane d’arte contemporanea. Una rassegna esaustiva della sua produzio-ne a partire dal 1966 viene al- lestita nel 2015 al Padiglione delle Arti di Marcon, Venezia. In seguito Renko espone a fianco dei rappresentanti sto- rici dell’arte programmata e cinetica, Cruz-Diez, Le Parc, Tornquist, in occasione dell’e- sposizione The sharper per- ception tenutasi a New York nel 2016, e l’anno successivo è presente alla mostra Biasi, Campesan, Munari e altri ami- ci di Verifica 8+1, nel contesto della 57° Biennale di Venezia. Nel 2021 una sua opera viene selezionata ed esposta alla Biennale 2021 Origins in Ge- ometry del Museum of Geo- metric and MADI Art di Dal- las, Texas, USA.

Dal 2019 ha trasferito il suo studio da Padova a Trieste.